Nel cielo i nostri cari, quand’è sera

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Ricordi… quanti ricordi affollano la mente in questi giorni dedicati alle persone care non più tra noi.

Potrei esagerare dicendo che in realtà quel giro tra le fredde lapidi è letteralmente un sentiero che sfiora i pensieri.

Non v’è tempo mancante di un ricordo nella quiete del posto, privilegio ordito dal fato. E’ sera presto, un timido sole svanisce in men che non si dica, si rientra a casa meditando sul percorso della vita, che separa dal luogo dove non si ode che il passo dei viandanti.

Nel tepore del vivere quotidiano tra uno sguardo alla foto del comodino e una fugace rassegna dei file nello smartphone si cerca di affrontare il momento assaporando dolciumi tipici. Gesto propedeutico alla rievocazione di quelle giornate indimenticabili, in cui c’era quella persona tanto amata a cui piaceva farne riserva per dividerli con noi, fintanto che i più piccoli aspettano la calza ricolma di leccornie. Il mistero dell’età in cui la semplicità può davvero fare prodigi un dono che gli adulti hanno perso, ma desidererebbero ancora avere.

Il giorno seguente torniamo ancora una volta tra i laconici fruscii delle foglie, circostanza per adornare di fiori e ceri, non vogliamo che la nostra presenza passi inosservata teniamo a offrire luce alla notte per illuminare il tragitto nell’oscurità. Sappiamo con certezza che la consuetudine dei gesti ci fa sentire a nostro agio, verosimilmente procurando anche un po’ di conforto.

Mi chiedo quale momento migliore per tramandare gli insegnamenti, persino i sorrisi di chi ci ha preceduto. Recarsi al cimitero è un modo davvero unico per apprezzare la vita, coloro volati via riescono a donare una pace ineffabile, una commozione che non si può descrivere poiché nasce nello sguardo, attimi in cui vorremmo ardentemente quell’abbraccio assente.

Con enfasi, come fosse una prima da palcoscenico si narra di quelle ricorrenze lodevoli che hanno segnato dentro noi un’ effige indelebile, frattanto che un brivido percorre la pelle. Incalzante un leggero soffio al sussurro di quel nome, brezza paragonata a un mondo adimensionale dove ogni cosa è pur sempre reale quindi si materializza nella mente come se tutto fosse racchiuso in un attimo eterno, dove tempo e spazio cessano d’esistere. E’ vero che tutto questo non potrà colmare l’affetto perduto, ma non dobbiamo disperare loro sono tra le stelle luogo in cui tutto ha avuto inizio.

Vincenzo Naturale

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