Ricordate Simone Isaia, il senza fissa dimora, incensurato, finito in carcere per il rogo della Venere degli Stracci?
Bene, l’impegno delle tante associazioni e liberi cittadini, le firme raccolte, l’intervento del sempre attivo Samuele Ciambriello, Garante di coloro sottoposti a misure restrittive della libertà personale in Campania, hanno sortito effetto positivo.
“La sua incensuratezza e la chiusura delle indagini hanno consentito un affievolimento delle esigenze cautelari
– ha spiegato Ciambriello –
Simone attenderà l’inizio del processo ai domiciliari presso la Casa di accoglienza Domus Misericordiae di Salerno, di Don Rosario Petrone. Il carcere dovrebbe essere considerato come extrema ratio, non può essere un luogo di cura per chi ha bisogno di aiuto. Pertanto, scontare gli arresti domiciliari presso una comunità, anziché in un carcere, può solo essere utile ad un ragazzo che dovrebbe intraprendere un percorso di sostegno, di supporto psicologico e di inclusione sociale”.
Lieti della notizia, perché il ragazzo, già con problematiche proprie non da poco, di tutto aveva bisogno tranne che di un ennesimo trauma, non possiamo non notare il paradosso di chi – nel bene ovviamente – ha comminato una pena da scontare presso il proprio domicilio a chi, per definizione (senzatetto o senza fissa dimora, fate voi) non lo possiede.
‘A capa mia nun è bona… – avrà certamente pensato il personaggio di Cardamone uscito dalla penna e daslla mente di Paolo Caiazzo.