Il terremoto con le sue scosse notturne ha certamente spaventato i napoletani, e non poco. Tuttavia, il fenomeno naturale è stato nettamente sconfitto nella sezione catastrofi dalla Italiana Assicurazioni Neapolis Marathon.
Una città spaccata in due, con napoletani e turisti del Nord finalmente uniti, nel nome della bestemmia e del richiamo ai defunti. Degli organizzatori, però, non di quelli che si sacrificarono vanamente per un falso risorgimento.
Curiosamente, stavolta anche i Vigili Urbani, spesso inutilmente fiscali contro i cittadini (che poi sono i loro datori di lavoro indiretti – ricordiamoglielo sempre) sono stati solidali, riconoscendo la superficialità con cui si sono chiusi i percorsi che la domenica registrano la massima affluenza di turisti. Girando con lo scooter (e menomale!) ho potuto vedere scene che voi umani non potreste mai immaginare. Come nella foto sotto scattata in via Chiaia, normalmente pedonalizzata, con i passanti attoniti tra auto e moto costrette a girare a vuoto senza via di scampo. Il tutto sotto il sole di una giornata dal calore africano: è logico che la competizione – poi – se l’aggiudichi chi è abituato al clima: marocchini e keniani!
Insomma, una domenica da girone dantesco, tra liti, impacci e grida, come grida vendetta una tale disorganizzazione capace di mettere in ginocchio un’intera città fino all’armistizio fissato per le 13:30.
Per i più – la prova che Dio esiste. Ma prima dell’ambito premio, per ben tre volte ho trovato accessi negati per arrivare da Mergellina alla zone del centro storico (piazza Garibaldi): blocco a via Chiatamone e via Acton con relativo tunnel.
Risalgo verso il Corso Vittorio Emanuele, nuovo blocco a Largo di Palazzo (l’attuale Piazza del Plebiscito): di nuovo su verso il C.V.E. e atterro al Museo, ma…sorpresa, dopo aver percorso una via Foria finalmente libera, è chiuso anche il Corso Umberto.
Dopo due tentativi vani nelle traverse (ma forse dovrei definirle “traversìe”), taglio la testa al toro: incateno lo scooter ad un palo e decido di farmela a piedi.
Per fortuna la persona con la quale avevo appuntamento, venendo dall’altra parte di Napoli e in auto, aveva avuto ancora più problemi e tempi allungati nel raggiungere l’ambita meta.
Nel frattempo si sono fatte le 13:00, partendo alle 11:30 da Margellina: un record (negativo, ovviamente, come tutta la gestione della cosa).
Ora, in una città già sovraccarica di cantieri aperti e criticità, non è possibile organizzare le cose ed i percorsi riducendo e non vietando ai cittadini di spostarsi in una giornata che dovrebbe essere di relax e scarico delle tensioni degli altri giorni?
Ma soprattutto, e qui mi rifaccio ai detti napoletani che – per antonomasia – non sbagliano mai, chiedendo per un amico che mi dicono ancora bloccato nel traffico
https://dettinapoletani.it/quanno-nun-site-scarpare-pecche-rumpite-o-cacchio-e-semmenzelle/
Gino Giammarino
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