Calcio Napoli, Garcia e il “consiglio dei saggi”: confronto tra tecnico e giocatori per superare le difficoltà

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Sempre più spesso siamo abituati a vedere confronti, in campo e fuori, tra giocatori e allenatore per uscire da crisi o semplicemente per confrontarsi sulle scelte tattiche da approntare. In un calcio passato quei calciatori più in vista e magari veterani di un club erano definiti senatori. Negli ultimi anni questo concetto è andato pian piano scemando, lasciando posto a una categoria di sportivi poco attaccata alle sorti del proprio team, ma più curante di altri fattori. Questo valorizza ulteriormente il lavoro portato avanti da Rudi Garcia: arrivato tra l’entusiasmo generale di una piazza che aveva vinto il campionato, criticato per risultati non ottimali e scelte ritenute dalla massa opinabili e oggi leader di quel gruppo ricompattatosi sotto un’unica bandiera. Come ci sia riuscito non è un mistero: lo stesso tecnico francese ha affermato in più di un’occasione di aver istituito un “consiglio di saggi”.

Ogni allenatore si confronta individualmente con i propri calciatori, ma pare che questo sottogruppo ristretto veda presenti quei calciatori che, un po’ per l’età e un po’ per la personalità, siano riconosciuti come punto di riferimento della squadra. Sembrerebbe un esperimento già collaudato da anni: anche nella usa passata esperienza alla Roma Garcia avrebbe formato uno stesso particolare insieme di giocatori, con il quale confrontarsi. Non è escluso, infatti, che lo stesso tecnico abbia bisogno di un consiglio o anche semplicemente sentire un punto di vista differente. Il valore del gruppo è fondamentale e per Garcia potrebbe trattarsi di una delle vittorie più importanti della sua stagione: avere un team che lo consideri leader e che lo aiuti per superare insieme le difficoltà. Come dichiarato da Massimo Ugolini, nel consiglio dei saggi ci sarebbe il capitano Giovanni Di Lorenzo, Mario Rui, Piotr Zielinski e Frank Anguissa. Non si sa se ce ne siano altri di elementi appartenenti a questa cerchia, ma non è da escludere anche che questo nuovo modo di fare abbia rigenerato il Napoli.

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