Per secoli la molla che ha promosso il progresso è stato l’ardimento. Osare ha permesso invenzioni e scoperte inimmaginabili prima; i libri di storia sono pieni di personaggi che con abnegazione e sacrificio hanno costruito cose mirabili; anche a costo della vita ideali ed interessi si sono imposti ed oggi possiamo godere di un benessere diffuso che due secoli fa non sarebbe stato immaginabile. Grazie al loro ardimento e coraggio.
Il primo secolo del terzo millennio dell’era cristiana invece si fonda invece sulla codardia. Anche nelle cose più piccole. Non usciresti mai senza telefonino perché “non si sa mai”. Appena sali in auto azioni il navigatore perché temi di perderti. Per non pagare more e multe corri a pagare ogni bolletta e tassa anche se visibilmente ingiuste. Per scansare malattie che possono essere asintomatiche ci si inietta vaccini sconosciuti. Cambi l’auto perfettamente marciante perché temi che quella vecchia possa lasciarti per strada. Meglio il posto fisso che una qualunque forma di precarietà. Meglio soli che avere figli. Meglio non votare e non candidarsi per non fare salti nel buio; ….e così centomila “precauzioni” si prendono per timore del peggio che, si dice, è sempre dietro l’angolo. Il timore è divenuto così la regola di tutta la vita. Non sapremmo più vivere senza la paura del prossimo temporale o contagio o raccomandata o guerra o imprevisto. Siamo immersi dalla nascita nella paura e se non c’è la cerchiamo.
In questa decomposizione della cultura occidentale ormai putrefatta non c’è da meravigliarsi se in una delle zone più degradate un ragazzo può ritenere di aver fatto cosa grande nell’aver ucciso un suo coetaneo per dimostrare coraggio e ardimento perché, ritiene, questo suo gesto proprio perché e pur profondamente disumano, genererà rispetto e timore. Si tratta di una anti cultura con le sue regole perverse, i suoi modelli perversi, i suoi leader perversi. Perversione che non si vince certamente con la repressione (che rimane una forma di violenza che induce ad altra violenza) ma con un ripensamento vero del modello italiano ed occidentale che ha dimenticato le proprie fondamenta e il proprio valore eterno. Qui si tratta di capire quale è il nostro modello culturale e perché deve essere la necessaria guida per tutti ed ognuno dei cittadini. Cioè sapere chi siamo. Una generazione di pavidi e codardi è una generazione che non ha fiducia in se stessa e quindi non può essere modello per nessuno; né la codardia anche se travestita da prudenza è un valore culturale. Allo stesso modo la violenza pur espressione di ardimento non può essere un modello o una regola né nel vivere quotidiano né nelle regole internazionali. È simbolo di brutalità ed ignoranza, di stupidità e arretratezza.
Dover scegliere tra la cultura della codardia e quella della violenza significa condannarci al suicidio collettivo culturale e materiale.
CANIO TRIONE