Imbarazzante. Se dovessi trovare un aggettivo per il Napoli Campione d’Italia alla sua quarta uscita non riusciamo a trovare un altro aggettivo che renda un’idea di quello che (non) si vede in campo.
Contro il Genoa, che va in vantaggio con Mattia Bani al 40° del primo tempo, e poi raddoppia con Mateo Retegui al 56°, gli azzurri (stasera in bianco: colore profetico?!) riescono a raddrizzare la buia notte di Marassi solo grazie ai nuovi entrati Giacomo Raspadori (76°) e Matteo Politano (84°).
Sotto accusa ancora la difesa che, con Oestigaard e Jesus centrali, nonostante la presenza di Mario Rui e capitan Di Lorenzo sugli esternie, si conferma lenta e macchinosa, prendendo due reti imbarazzanti, appunto: cosa ci fa Juan Jesus dietro e non davanti a Bani sul calcio d’angolo da dove verrà appunto la prima marcatura genoana?
Ma soprattutto, con una difesa in evidente imbarazzo (aggettivo ricorrente, purtroppo), cosa ci fa Raahmani – titolarissimo di Spalletti – in panchina?
Ma attenzione, non sia fuorviante l’accostamento al tecnico toscano (oggi alla guida della nazionale degli italiani) per il Napoli di Rudy Garcia: la crisi degli azzurri sembra provenire, dritta, dritta, dallo scorso anno, con un finale incredibile dove il traguardo che sembrava a portata di mano per il Napoli stratosferico visto in campo fino a un mese e mezzo prima della fine, si allungò a dismisura per le evidenti difficoltà dei – di lì a poco – prossimi Campioni d’Italia.
Dunque, prima di mettere sulla graticola il nuovo tecnico azzurro (che comunque non entusiasma), attenti ai vuoti di memoria. E a non trascurare quelli che – a prima vista – sembrano semplici dettagli o pure coincidenze.
(g.g.)