Casa Nuova inaugura la sua nuova stagione con la mostra di Alberto Maggini “Le origini delle buone maniere a tavola”. L’artista occupa le stanze dell’appartamento- galleria con un’istallazione site-specifico fatta di smembramenti queer per un banchetto cannibale. Il corpo dell’artista si dilania e diventa cibo, per apparecchiare un ironico banchetto in grado di scardinare la separazione tra natura cultura, ambientando le trasgressioni, rispetto alle regole imposte, nel nuovo in cui esse sono tramandate: un appartamento borghese.
La mostra si inaugura giovedì 21 settembre dalle ore 18:30 alle 21 e, dopo l’inaugurazione, è fruibile dai visitatori su appuntamento, prenotando ai numeri 3928918793 o 3284615638 oppure all’email vuotacasa@gmail.com.
“ Le origini delle buone maniere a tavola si presenta come una grande installazione che si disloca nei vari ambienti espositivi dell’appartamento e si compone di elementi scultorei in ceramica, di dipinti, di ricami e di un video che documenta una performance—spiegano Francesco Paolo Del re e Sabino De Nichilo, ideatori del progetto—. Questi artifici concorrono, tutti insieme, a portare gli spettatori al centro di un sontuoso banchetto cannibale, vegliato da due nasute allegorie arcimboldiane dell’Abbondanza e della Vanità.
La ricerca artistica di Alberto Maggini riflette la sua formazione in biologia e botanica e il suo interesse per le ecologie queer, per la mitologia e piu in generale per la reinterpretazione degli archetipi visivi che definiscono le culture dominanti del nostro tempo.
In questa mostra, l’artista si sofferma sul gioco di riflesso dell’uomo nella natura, sulla sua passione per la classificazione biologica che attribuisce “nomi e cognomi” a piante e animali e sulla separazione tra natura e cultura che giustifica il dominio esercitato dall’uomo su altre forme di vita. Egli parte da una riflessione sull’idea di natura e sui suoi significati culturali.
“Il corpo dell’artista – argomenta – si smembra diventando cibo. Si fa bello per sedurci, come alimento afrodisiaco, ci confonde tra le sue decorazioni e guarnizioni, mascheramenti e trattamenti di bellezza. Attraverso il suo smembramento indago la transitorietà, il cambiamento, la mutevolezza della vita sociale, delle regole che reggono i comportamenti individuali e collettivi, sfidando l’ideologia capitalista patriarcale. Lo smembramento seduttivo che metto in scena asseconda con ironia le regole del capitale, secondo le quali soltanto decorazioni e accessori sono oggetto di una perpetua e superficiale trasformazione”.
In conclusione, nel ricreare l’interdo di un appartamento l’artista genera un linguaggio fatto di miti, modi di stare a tavola e ricette per cuocere i cibi. In realtà essi non sono altro che il mezzo attraverso il quale la società traduce inconsciamente la propria struttura mentale o addirittura rivela, senza rendersene conto, le proprie contraddizioni.
Alberto Maggini (Roma, 1983) ha conseguito una laurea in biologia e un master in botanica ed ecobiologia presso l’Università Sapienza di Roma e un master in arti visuali presso il Chelsea College of Arts di Londra. Tra principali mostre alle quali è stato invitato, si segnalano a Londra nel 2022 A celebration of LGBTQIA+ artists and creative communities alla Tate Late della Tate Modern, They/Them/Their: Naturally Not Binary alla IMT Gallery e Crafting Ourselves all’Ugly Duck and Courtauld Institute of Art, nel 2021 A Lost World al Sotheby’s Institute, Diva’s Boudoiralla Deptford Does Art Gallery, la performance Make Utopia Great Again all’interno di Qw’ere London alla Matchstick Piehouse Gallery e Why do you tear my from myself? alla Cookhouse Gallery e in Austria nel 2018 Animism alla Fortezza di Salisburgo. Ha esposto inoltre in Grecia ad Atene e a Tessalonica e in Italia a Milano e a Roma ed è stato in residenza nei Pesi Bassi, in Belgio e in Portogallo. Nel 2023 è fra gli artisti vincitori del bando Italian Council 12indetto dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.