Non fatevi ingannare da titolo: nelle righe che seguono non si parla dell’inguardabile Napoli di questo momento, ma della difficilmente vivibile Napoli di questi ultimi mesi.
Un malcapitato amico napoletano, il quale – però – vive a Milano da molti anni, si è avventurato lo scorso mercoledì 8 novembre a vedere la partita di Champions tra Napoli e Union Berlino, mi raccontava di essere incorso, non solo in un incontro agonistico di livello mediocre e deludente, ma in più del calvario che ne è seguito per tornare verso il BeB dove aveva prenotato per sé e per i suoi (la famiglia, moglie e due figli, tutti di fede azzurra).
“Innanzitutto – mi ha confessato sconsolato – quando siamo arrivati con i nostri bagagli al seguito non funzionavano, né le scale mobili, né gli ascensori: caricàti borsoni, trolley e buste avventurosamente in braccio, ce la siamo dovuti fare a piedi…”.
Ma il peggio doveva ancora venire perché, una volta sistemati nell’alloggio, sono scesi per andare a prendere un caffè al Gambrinus. Solo una volta saliti a bordo del vagone hanno appreso che proprio durante quella giornata la Metro non avrebbe effettuato fermate alla stazione Municipio, la più vicina allo storico bar ed all’annessa (ed è proprio il caso di dire) “piazza del Plebiscito”, originariamente più giustamente chiamata “Largo di Palazzo”.
Siccome della partita ho già detto che qui non parliamo (e poco ci sarebbe da dire), passiamo al dopo.
Incontrato un vecchio amico all’uscita dal “Diego Armando Maradona”, questi si è offerto di traghettare la famigliola alla stazione di Margellina, evitando così la fermata di Piazzale Tecchio, presa d’assalto da una marea di tifosi.
Gesto generoso che però si è rivelato inutile.
“Abbiamo lasciato passare 4 o 5 vagoni pieni all’inverosimile – mi ha testimoniato l’amico non senza un sottile humor – poi ci siamo rassegnati e ci siamo lanciati nella mischia, inerpicandoci tra le sciarpe azzurre e incastrandoci tra gomiti e zainetti, cercando di ricordare quale scena del film Mission Impossible.
Tuttavia, nella lunga attesa non abbiamo potuto non non notare come i vagoni diretti verso lo Stadio fossero VUOTI, mentre quelli che avrebbero dovuto riportare i tifosi a casa erano la visione odierna di un moderno girone dantesco dell’Inferno!
Ma c’è di più – sottolineava il mio amico: entrambi i convogli passavano mediamente ogni 5 minuti: possibile che a nessuno dentro MetroNapoli (la società del Comune di Napoli alla quale fa riferimento il servizio Metro – ndr) sia venuto in mente di ridurre il traffico in una direzione ed incentivarlo con corse più frequenti sull’altro?!”.
Carmine & famiglia sono tornati a casa ieri.
Ai bagagli e alle buste degli acquisti si è aggiunto il baule della delusione e della tristezza.
Stavolta non potrà ammutolire i colleghi grazie ad una squadra e a una gestione societaria che danno lezioni al Nord. L’anno scorso tutti gli facevano i complimenti, probabilmente un bel po’“schiattati in corpo” , e lui di rimando poteva raccontare con fierezza dei turisti festanti che invadono la città, della possibilità di mangiare a tutte le ore del giorno, delle bellezze del centro storico. Insomma, di una Napoli che torna Capitale europea, perché no, grazie anche alla Metro più bella d’Europa.
“Wa, oi Gi’! nientedimeno che chist’ (il sindaco Manfredi – ndr)
– mi ha detto al momento dell’abbraccio prima di attraversare il varco di Italo –
me sta facenn’ rimpiangere a De Magistris!”
Che, detto poi da un non simpatizzante dell’ex Magistrato, effettivamente fa riflettere…
Gino Giammarino